CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA
NAZIONALE DELLA FEDE
ACCADEMIA DEI LINCEI
INDICE

La Congregazione dell'Indice
SILVANA SEIDEL MENCHI

Riassunto

La Congregazione dell'Indice fu fondata nel 1571 da Pio V come una istituzione di barriera, una muraglia intesa a isolare e difendere il mondo cattolico dai pericoli rappresentati dalla stampa, specialmente ma non esclusivamente dalla stampa protestante. I compiti della Congregazione erano soprattutto due: 1. valutare tutti i libri di recente (e meno recente) pubblicazione. redigere di volta in volta un Indice aggiornato dei libri proibiti e sorvegliarne l'applicazione, 2. espurgare i libri dei quali era condizionatamente concessa la lettura, censurando i passi considerati pericolosi. La Congregazione era composta da un gruppo di cardinali, il cui numero variava da 5 a 7, e da un gruppo di consultori, il cui numero, molto variabile, poteva ascendere a molte diecine.

Nei suoi 4 secoli di vita, la Congregazione dell'Indice ha prodotto un archivio che, a differenza dell'archivio della Congregazione maggiore e più autorevole del Santo Uffizio, ci è pervenuto sostanzialmente integro. Le difficoltà di accesso a questo archivio avevano rafforzato negli storici l'immagine della Congregazione dell'Indice come baluardo compatto e impenetrabile, ovvero come "ingranaggio ben oleato, che procede sicuro e inesorabile" (Gigliola Fragnito).

L'apertura dell'Archivio storico della Congregazione dell'Indice segna una svolta epocale negli studi sulla circolazione delle idee e sul controllo della stampa. In questa svolta si possono individuare tre aspetti principali.
1. Finora gli storici avevano spesso studiato le liste dei libri proibiti emanate da autorità eterogenee (università, potentati laici, autorità ecclesiastiche omologandole e accorpandole in un tutto organico. La documentazione dell'Archivio romano impone urna visione pluralistica del controllo della stampa, visione che si era già delineata nella ricerca più recente: al concetto di "Indice" -come categoria omogenea di leggi finalizzate al controllo della stampa - bisogna sostituire il concetto di "indici" come leggi eterogenee, diversificate, reali ma anche virtuali, corrispondenti a diversi modelli di controllo della stampa. Questi modelli potevano coesistere e anche entrare in concorrenza fra loro.
2. Finora la storia dell'Indice era stata una storia esterna all'istituzione, che si fondava sostanzialmente sulle norme che la Congregazione emanava all'esterno (gli indici dei libri proibiti). Adesso lo storico viene immesso nel cuore dell'istituzione e abilitato a studiarla dall'interno. Il cambiamento di prospettiva è radicale. All'analisi del testo normativo nella sua configurazione definitiva, statica, subentra la visione dinamica dell'iter che la norma percorre. Lo storico vede l'ingranaggio in funzione. Questa visione rivela la straordinaria vivacità del dibattito che si svolgeva all'interno della Congregazione e mette in luce una grande varietà di atteggiamenti e di posizioni individuali. La Congregazione, che fino a ieri veniva vista come una istituzione compatta ed efficiente, si rivela, alla luce della documentazione interna, come un microparlamento animato da un individualismo esuberante e dotato di una indipendenza di giudizio che in alcuni casi sfiora l'anarchia.
3. La documentazione recentemente aperta all'indagine impone agli storici un riesame dell'efficacia pratica del controllo della stampa messo in atto attraverso il meccanismo degli indici. Su questa efficacia la Congregazione stessa aveva considerevoli perplessità e dubbi sostanziali. A pochi decenni dalla fondazione furono introdotte procedure molto morbide, il controllo della stampa divenne, in numerosi casi, una formalità. Quale incidenza l'Indice avesse sulla società e sulla cultura del Seicento è un problema da ripensare integralmente.



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