CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA
NAZIONALE DELLA FEDE
ACCADEMIA DEI LINCEI
INDICE

L'Inquisizione Romana
ADRIANO PROSPERI
Riassunto

1. L'apertura dell'Archivio del S.Uffizio è un evento il cui valore simbolico supera largamente l'importanza delle fonti documentarie che si rendono disponibili. Come gli studiosi dell'argomento già sanno, una serie di eventi e in particolare la decisione presa tra il 1815 e il 1817 da mons. Marino Marini di mandare al macero la maggior parte dei documenti del S.Uffizio (soprattutto i processi) in occasione del recupero delle carte portate a Parigi da Napoleone, ha estremamente impoverito il fondo archivistico. Tra i documenti che vi restano, particolarmente interessante è il fondo relativo all'opera della Congregazione dell'Indice, di cui altri parlerà in questa giornata. Comunque, l'occasione dell'apertura dell'Archivio del S. Uffizio è adatta per fare il punto dello stato delle nostre conoscenze e dei problemi a cui vorremmo rispondere.

2. Per questo, si deve percorrere sommariamente la storia della storiografia sull'inquisizione. Da un esame a grandi linee, emergono due tradizioni che si sono scontrate: quella di origine protestante, trasmessa poi alla storiografia illuministica del'700 e a quella liberale dell'800, e quella cattolica. La prima ha concentrato la sua attenzione sui casi degli inquisiti, denunziando polemicamente la violenza fatta alle coscienze da parte di una istituzione di cui ha sostenuto la radicale estraneità allo spirito del Vangelo cristiano; la seconda ha elaborato invece materiali di tipo giuridico, teologico e istituzionale, per lo più in funzione apologetica. Ma ci sono eccezioni, soprattutto nel nostro secolo: storici di appartenenza ecclesiastica, come mons. Lanzoni, mons. Angelo Mercati e mons. Pio Paschini, hanno dedicato i loro studi a casi di casi di processi per eresia; dalla tradizione degli studi su eretici e ribelli, sono nate le ricerche più innovative dedicate alla struttura e al funzionamento dell'Inquisizione (John Tedeschi, Massimo Firpo).

3. Nella storiografia dell'800 e del '900, ha lungamente dominato l'immagine dell'Inquisizione costruita dalla tradizione filoprotestante e liberale. La ricerca appassionata delle memorie delle vittime dell'Inquisizione, tipica della tradizione protestante, si è caratterizzata come indagine sui momenti capitali della elaborazione del mondo moderno e dei suoi valori: basterà ricordare, per questo, la discussione intensa che ha investito i casi celebri di Giordano Bruno e di Galileo Galilei.

4. Nel corso degli ultimi decenni, a partire dalle ricerche di John Tedeschi, si è posto il problema di una storia dell'lnquisizione Romana che andasse al di là dei casi degli inquisiti e facesse luce sugli a spetti giuridici, istituzionali, culturali di tale storia. Su questo terreno si sta lavorando oggi, con accentuazioni e orientamenti su cui ovviamente influiscono i presupposti generali degli studiosi, che restano diversi, ma con un dialogo scientifico autentico.

5. A questo punto, possiamo provare a formulare un elenco delle domande sul tappeto, a cui l'apertura dell'archivio romano e l'augurabile e conseguente liberalizzazione degli accessi ai documenti degli archivi ecclesiastici dispersi per tutta Italia dovrebbero aiutare a rispondere. Un elenco - parziale e provvisorio, sottoposto agli studiosi presenti per la discussione - potrebbe essere questo:

  • I - Caratteri originali ed evoluzione storica dell'Inquisizione Romana, sua struttura, organizzazione e funzionamento: a) come struttura della Chiesa cattolica (rapporto col Papato); b) come rete istituzionale e centro di potere negli stati, in particolare in quelli della penisola italiana. Si tratta di due aspetti di importanza decisiva. a) Con la Congregazione dell'Inquisizione, nasce un dicastero che si assume stabilmente il "santo ufficio" più importante del papato, cioè la definizione e il controllo delle materie di fede. Da questa nascita sotto il segno delle esigenze di difesa e di guerra di religione nel momento della frattura dell'unità religiosa europea, questo "ufficio" derivò i suoi caratteri originali di un centro di potere poliziesco e burocratico. Con la sua presenza, modificò profondamente, da un lato, i caratteri della selezione del corpo ecclesiastico e soprattutto quelli dell'ascesa al soglio pontificio e, dall'altro, quelli della definizione e del controllo dell'ortodossia. Oggi, abbiamo presenti le forme dure della lotta contro i "luterani", cioè in generale coloro che avevano fatto proprie idee e dottrine teologiche della Riforma protestante nelle sue varie espressioni; sappiamo anche dell'importanza delle norme applicate dall'Inquisizione Romana fin dal tardo '500 ai casi di stregoneria, che consentirono una gestione generalmente piuttosto mite del problema e una presa di distanza del tribunale dalle ondate di intolleranza collettiva; cominciamo a conoscere meglio le forme morbide di controllo diffuso della popolazione, attraverso la pratica dell'abiura segreta e il ricorso ai confessori. Ma resta da analizzare la composizione e l'evoluzione degli organi centrali e periferici del S.Uffizio, nonché l'opera da loro svolta nel corso dell'età moderna fino al nostro secolo in rapporto alle emergenze dottrinali, culturali e politiche. La documentazione relativa al governo dei comportamenti della vasta rete di inquisitori e vescovi dispersa in tutta la penisola, anche se molto lacunosa, riveste grande interesse per conoscere le direttive e il funzionamento della macchina di controllo dell'ortodossia nelle diversissime situazioni offerte dal mondo italiano: in particolare, sarà interessante studiare come avvenne l'unificazione religiosa e, indirettamente, anche linguistica e di costume, di un paese come l'Italia, dove esistevano variegate minoranze religiose (soprattutto ebrei, ma anche ortodossi, valdesi etc.), si praticavano rituali sociali e si parlavano lingue di vario genere.
  • II - Vicende intellettuali e religiose di singoli individui, di gruppi di comunità, così come sono documentate nelle carte dell'Inquisizione. In questo rientra anche l'approfondimento degli studi sui casi più celebri e controversi: le carte del S.Uffizio romano consentono già oggi di leggere alcuni importanti documenti residui della grande campagna lanciata da papa Paolo IV Carafa e portata avanti da Pio V contro vescovi e uomini di chiesa italiani del 300, colpevoli di simpatie per le correnti moderate della Riforma protestante e per le idee di Juan de Valdés (come Pietro Carnesecchi, Giovanni Morone e altri). Interessanti e numerosi sono pure i documenti relativi alle correnti mistiche del '600, dai casi di "affettata santità" al processo contro Miguel de Molinos (per esempio, storia della censura libraria, forme e contenuti dell'intervento del S.Uffizio nell'elaborazione del sapere teologico e della pratica religiosa, ecc. ). In prosieguo di tempo, si arriva fino all'epoca della Rivoluzione francese, del Risorgimento, etc.

Va espresso, infine, l'auspicio che l'apertura dell'archivio romano del S.Uffizio dia il segnale per la generale liberalizzazione degli accessi alle fonti inquisitoriali conservate negli archivi ecclesiastici italiani, in particolare negli archivi delle curie diocesane. Qui perdura, nella stragrande maggioranza dei casi, una diffidenza e una chiusura che sono di grave ostacolo nei confronti degli studi storici. Se si tien conto del fatto che il fondo documentario più ricco e compatto conservato oggi presso l'archivio romano del S.Uffizio è quello che vi fu trasferito dalla sede della diocesi di Siena agli inizi di questo secolo, si avrà un'idea dell'importanza della questione.



[back to the Grand-Place Europe home page]