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QUADERNI FEDERALISTI DEL CIFE
Nuova Serie
N° 11

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LA CITTADINANZA EUROPEA E LA MOBILITA’

 

Sintesi della conferenza del Prof. Raimondo Cagiano nel corso di aggiornamento sull’"Educazione alla sovranazionalità" promosso dal gruppo dell’AEDE di Viterbo

A cura di Piera Pelliccioni

 

Roma, dicembre 1996

Il concetto di cittadinanza europea e quello di mobilità, intesa come libera circolazione, sono strettamente connessi l’uno all’altro, in quanto il primo non avrebbe senso senza il secondo e viceversa.

La cittadinanza europea è diventata rilevante per motivi sia di ordine ideale e istituzionale, che di ordine concreto ed economico. Proprio in virtù di questa sua importanza, le risorse della Comunità Europea sono destinate quasi totalmente alla cittadinanza, cosa che prima non avveniva. Non per nulla, inoltre, un capitolo del Trattato di Maastricht del 1992 è dedicato alla cittadinanza europea.

Queste scelte sono un chiaro indizio del fatto che sempre di più ci stiamo avvicinando all’Europa dei cittadini.

Ma come, con quali modalità, l’Europa dei vertici e dei governi diventa l’europa dei cittadini? Proprio attraverso la mobilità, cioè la libera circolazione dei mezzi e delle persone.

Molteplici sono gli aspetti simbolici di questo passaggio dall’Europa dei vertici a quella dei cittadini. I più evidenti sono i seguenti: il passaporto europeo, in vigore dal 1985; la bandiera; l’inno europeo tratto dalla Nona di Beethoven; la libertà di residenza; la patente europea; l’equipollenza dei titoli di studio; la Carta Comunitaria dei Diritti Sociali.

Bisogna, però, completare il cammino dell’Europa dei cittadini attraverso il completamento delle opere istituzionali. Queste dovranno tenere conto del fatto che l’anello mancante tra l’Europa dei vertici e l’Europa dei cittadini è rappresentarto dal problema dello Stato Sociale. Problema di difficile soluzione, poichè da un lato c’è l’accumulo delle ricchezze, dall’altro una povertà spaventosa: è impossibile alleviare la povertà se non c’è anche la disponibilità a rinunciare a qualcosa.

Tutte queste considerazioni ci fanno capire che l’Europa dei cittadini è diventata ,ormai, una realtà tangibile ed efficiente. Pensare in questi termini, oggi, sembra abbastanza naturale, ma fino a una decina di anni fa le cose stavano molto diversamente: abbiamo percorso una distanza strabiliante.

Questa conquista deve incoraggiarci ad affrontare un’altra sfida: quella della multicittadinanza. La sussidiarietà delle cittadinanze, infatti, è tuttora un’opera incompiuta; non dovrebbe, però, costituire un problema essere italiano ed essere europeo.

Stiamo procedendo verso l’Europa della multicittadinanza: ciò non deve intimorirci, anzi. La somma delle cittadinanze, delle diversità, è infatti una ricchezza. Questo concetto è tutt’uno con quello della fratellanza.

 


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